Un pranzo sano in ufficio

Fare un pranzo sano in ufficio mica è sempre facile. Sorvoliamo sul fatto che spesso il pranzo, sano o meno sano, qui lo consumiamo davanti al pc, il punto è che non è che si possono mangiare panini tutti i giorni, sebbene c’è chi sarebbe felice di potere sostenere il contrario. E nemmeno si può passare da un bar all’altro (sappiamo benissimo che in zona c’è una guerra di proposte), sia perché ti si svuoterebbe il portafogli nel giro di un paio di settimane, sia perché qualcuna di noi potrebbe anche ingrassare duecento chili in pochissimo tempo visto che non cucinano roba che non ci piace.

Così tra queste due stanze passa di tutto: panini, pizze, cioccolata, biscotti (si per pranzo), pasta, sfoglie, toast, zuppe, salumi, torte…con tanto tanto caffè, ovvio.

La soluzione la potremmo chiamare schiscetta (e non sapete che ho problemi ho avuto ad evitare che il correttore automatico mi correggesse questa parola). In parole povere dovremmo portarci il pranzo da casa. Cosa che in linea di massima proviamo anche a fare di tanto in tanto, ma qui le strategie dovrebbero essere due, adattabili a seconda delle esigenze e delle peculiarità di ognuno di noi.

La strategia numero due prevede che ci si prepari qualcosa la sera prima di mettersi a letto, da portarsi la mattina in ufficio. La strategia numero due prevede invece che quella cosa la si prepari direttamente la mattina. In entrambi i casi, posso assicurarvi, che nella velocità di uscire di casa, quelle cose, quei barattoli pieni o quasi, di cibo preparato con amore per se stessi, possono anche rimanere dimenticati a casa.

E poi mettiamo che siete presi bene, che il freddo di questi giorni vi ha ispirato facendovi lanciare in una bella zuppa casalinga che non avete dimenticato a casa, di quelle che prevedono di alzarsi dal pc, perché mangiare una cosa del genere ad un millimetro da una tastiera è a dir poco delinquenziale e poi vi chiamano, proprio quando stavate apparecchiando per voi e vi dicono “senti ti devo dire una cosa fondamentale per la tua vita e per quella della tua agenzia di comunicazione, ci vediamo per pranzo, tra dieci minuti?”.

Mari